Caffè del Benessere e riflessioni generali

Sta per partire il Caffè del Benessere  nel rispetto del disciplinare e con il marchio d’impresa depositato  dal Presidente di ANZITUTTO, il Geriatra Bernardino Debernardi. Le motivazioni dell’iniziativa  vanno comunque oltre ai requisiti indicati e risiedono soprattutto nel fatto che è in atto un processo di invecchiamento della società dovuto  all’allungamento della vita media e alla riduzione delle nascite: anziani sempre più anziani, anziani che assistono altri anziani, anziani soli, anziani autosufficienti, anziani dipendenti in modo parziale o totale, anziani in buone condizioni cognitive, anziani con demenza……che non può lasciarci indifferenti.

A questa popolazione anziana in crescita numerica si devono dare risposte variegate e adatte alle singole esigenze di salute.  Ma come dobbiamo definire il concetto di salute/malattia ? Il modello della medicina tradizionale che considera solo la presenza o assenza di malattie per definire le condizioni di salute di una persona ha dimostrato tutti i suoi limiti. E’ ampiamente dimostrato che fattori quali condizioni economiche, isolamento sociale, grado di istruzione, per citarne alcuni, influiscono sulla durata di vita.  Una condizione di povertà può accorciare la vita di due anni, un basso livello di istruzione favorisce l’insorgenza di demenza 1-2 anni prima rispetto a chi ha un grado di scolarità superiore.  Buoni rapporti sociali e una famiglia alle spalle rappresentano una protezione, la loro assenza un rischio per la salute.   Questi dati di fatto portano ad un concetto di medicina globale che somma alle malattie i deficit funzionali e tutti i fattori appena citati. In una ricerca dell’Università di Chicago su persone tra i 57 e gli 85 anni applicando i criteri della medicina “tradizionale” circa i due terzi risultavano in salute ma applicando quelli della medicina “globale” solo il 50% era esente da problemi che aumentano il rischio di morte o inabilità nei 5 anni successivi.

Esiste una convergenza di opinioni sul fatto che per rispondere all’invecchiamento della popolazione si deve promuovere l’invecchiamento attivo, in salute, promuovendo abitudini e stili di vita che lo favoriscono.  Il patrimonio genetico della persona sicuramente può influenzare il processo di senescenza ma rappresenta solo uno dei fattori che lo determinano. Nel mondo ci sono 5 luoghi in cui si invecchia maggiormente (Nicoya – Costa Rica, Loma Linda – California, Ogliastra – Sardegna, Ikaria – Grecia,  Okinawa – Giappone) e in questi luoghi sono stati rilevati degli stili di vita comuni rappresentati da: non fumare, bere poco vino  e solo rosso, mangiare legumi, carne non più di 2 volte la  settimana, mangiare pesce e tanta frutta e verdura (dieta simile a quella mediterranea), attività fisica moderata e costante, mantenere buoni rapporti sociali e famigliari in un’ottica di utilità sociale.

E’ necessario promuovere a tutti i livelli la conoscenza di tutte le opportunità per un invecchiamento attivo o di successo ma nel contempo non vanno dimenticati coloro cui la senescenza ha portato malattie invalidanti per la loro autonomia fisica e/o mentale. Questi ultimi non vanno divisi in base alle loro malattie ma devono essere inclusi in tutte quelle attività pensate e progettate per gli anziani “sani”. L’inclusione sociale delle persone non autosufficienti (anziani ma anche adulti con problematiche assimilabili a quelle degli anziani) con i loro famigliari o assistenti è indispensabile per evitarne l’emarginazione con peggioramento della qualità di vita.

Il Caffè del Benessere rappresenta quindi un modo di rispondere alle esigenze esplicitate o meno dagli anziani senza offrire risposte assistenziali o di tipo esclusivamente edonistico in un’ottica proattiva con l’obiettivo di farli diventare progettisti di attività favorenti l’invecchiamento attivo o il mantenimento delle loro capacità residue.